Le sei abitudini dell’insegnante affettivo

L’insegnante affettivo è consapevole che gli studenti si avvicinano all’apprendimento di nuovi contenuti attraverso il canale emotivo e utilizza in modo efficace e corretto gli aspetti emotivi per rendere l'apprendimento significativo.


L’insegnante affettivo è consapevole che gli studenti si avvicinano all’apprendimento di nuovi contenuti attraverso il canale emotivo e utilizza in modo efficace e corretto gli aspetti emotivi per rendere l'apprendimento significativo. Quante volte un insegnante sente affermare dallo studente “questo mi piace”, “non sono bravo a fare questo”, “ho paura di non riuscire”?
La prima risposta da parte dello studente, quindi, a una proposta didattica è inizialmente emotiva e un docente non può prescindere da questo, adducendo come giustificazione che il ruolo che riveste non prevede di occuparsi di questione emotive ma solo di contenuti, obiettivi o competenze.
In realtà, numerosi studiosi tra i quali Piaget, Bloom, Goleman, Gardner, Vygotski hanno dimostrato che lasciare fuori dalla formazione le emozioni, significherebbe rendere la classe un luogo freddo, in cui le relazioni diventano impersonali e i contenuti didattici sterili e asettici.
Allo stesso tempo non connettersi sincronicamente con le emozioni degli studenti  può provocare negli insegnanti momenti di sconforto, stati emotivi negativi, giornate scolastiche faticose, numerose situazioni conflittuali.
Diventa quindi di vitale importanza non solo dotare gli studenti di un bagaglio emotivo consapevole e frutto di un interventi progettuali efficaci ma anche fare in modo che gli stessi insegnanti pratichino quotidianamente un insegnamento emotivo al fine di sviluppare risposte costruttive ai propri bisogni affettivi e emotivi.
Di seguito alcuni suggerimenti affinché gli insegnanti possano sviluppare un’abitudine affettiva quotidiana, funzionale a un benessere emotivo prolungato e consapevole.
1. Gioire del successo dei propri alunni e comunicarlo chiaramente
Imparare cose nuove, affrontare l’errore e superarlo, avvicinarsi all’ignoto senza timore sono tutte azioni che rendono lo studente parte attiva nell’apprendimento e gli forniscono il senso di empowerment funzionale al successo formativo.
Ma un rispecchiamento da parte dell’insegnante aggiunge al risultato raggiunto dallo studente quel valore in più che rende l’allievo ancora più soddisfatto del successo ottenuto. Un sorriso, un complimento, una soddisfazione manifesta sono gesti che rendono l'apprendimento ancora più significativo.
2. Cambiare le prospettive per affrontare le sfide quotidiane
Ogni insegnante si trova ad affrontare quotidianamente continue sfide didattiche, relazionali e comunicative che mettono spesso in discussione il proprio ruolo e che lo fanno uscire da  scuola amareggiato e sconfitto.
Per ovviare a tutto questo, potrebbe essere utile, mentre si pensa a quello che è accaduto in classe, cambiare la prospettiva di analisi.
Ad esempio, quanto uno studente cerca il conflitto, invece di prenderla sul personale si potrebbe pensare che la sua capacità di controllare gli impulsi sia ancora in formazione, e che quindi sarebbe utile per lo studente essere aiutato a comprendere che le sue azioni e parole hanno delle conseguenze;oppure sarebbe di aiuto pensare che a volte più di una correzione gli studenti hanno bisogno di una vittoria.
Quando poi i genitori si lamentano del suo operato, l’insegnante potrebbe domandarsi come comunicare in modo più chiaro le sue richieste al fine di evitare le normali frustrazioni che provocano nei genitori, nella consapevolezza di come alcune richieste abbiano una ricaduta importante sulla vita familiare.
Cercare quindi di volgere il proprio sguardo verso il potenziamento dell’ottimismo piuttosto che verso l’isolamento disfattista potrebbe migliorare nell’insegnante il benessere a scuola.
3. Evitare di incasellare gli studenti in categorie
La categorizzazione è sempre stata necessaria fin dall’antichità per garantire la sopravvivenza della specie e per facilitare le quotidiane interazioni. Chiaramente questo accade a anche a scuola, in cui si individua la studentessa studiosa, lo studente rigoroso, l’allievo buffone, il bambino oppositivo ecc.
Queste etichette possono diventare molto pericolose in quanto, seppur a volte fatte con tutte le buone intenzioni, limitano la personalità di uno studente ad un unico aspetto, impedendogli di esprimersi a tutto tondo.
4. Riflettere sulle proprie pratiche educative
L’insegnante riflessivo è un docente ricercatore, che adotta, nella sua pratica didattica, il modello della ricerca-azione. È un docente che sperimenta le proprie ipotesi e che costruisce ambienti di apprendimento motivanti e coinvolgenti, dettati dall’osservazione dei risultati che raggiunge. Lega in modo coerente teoria-pratica, pianificando, agendo e osservando gli effetti e i risultati (Polito, 2020).
Una pedagogia orientata all’auto-osservazione e all’auto-riflessività potenzia l'apprendimento e offre agli studenti le proposte formative di cui hanno realmente bisogno.
Non meno importante è la pratica riflessiva condivisa in gruppo. L’opportunità di condividere le pratiche educative in gruppo infonde nuova linfa al lavoro in classe e permette di direzionare in modo efficace gli interventi educativi didattici.
5. Curare le proprie passioni e i propri interessi culturali
Gli insegnanti hanno bisogno che la politica e le istituzioni diventino consapevoli che tutte le attività esterne alla scuola finalizzate all'aggiornamento formativo e intellettuale sono fondamentali per un continuo miglioramento della professione. Sarebbe opportuno che le istituzioni mettessero realmente gli insegnanti in condizione di coltivare il proprio intelletto e di approfondire le proprie passioni culturali.
Un insegnante che comunica la propria passione nei confronti dell’esperienza educativa è un insegnante che rende significativo il percorso di apprendimento dei propri allievi.
6. Rendere l’apprendimento divertente
“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?” si domandava Rodari.
Divertirsi attraverso i contenuti di una disciplina darà agli studenti il permesso di impegnarsi e persino di investire nell'apprendimento e consentirà di eliminare lo stress che a volte lo studio genera; momenti di vera passione e giocosità possono riportare in vita lo spirito di apprendere nuove cose. E allora spazio alla creatività, al mistero, alle esperienze coinvolgenti, all’umorismo, alle sfide didattiche. 

Ogni insegnante dovrà praticare quotidianamente questi suggerimenti affinché i benefici diventino reali ma, viste le modalità con cui i docenti hanno affrontato la crisi pandemica, si può affermare che gli insegnanti italiani possono già essere considerati docenti altamente affettivi. 


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