Perché Counseling e Scuola

In un tempo molto breve c'è stato il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti che hanno portato a una modificazione del paesaggio educativo e dell’orizzonte culturale della scuola e della famiglia, definendo nuovi scenari imprevedibili e, spesso, difficili da controllare.
All’interno del complesso paesaggio educativo diventa necessaria una ridefinizione degli spazi relazionali, soprattutto tra le due principali agenzie formative, scuola e famiglia, secondo un circuito di scambio, di rispetto dei relativi ambiti di esperienza e di valorizzazione delle esperienze.

La complessità che connota, quindi, la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie rende necessario immaginare un nuovo orizzonte culturale, in cui la promozione della maturazione della persona sia la priorità della comunità educante.
Diventa così necessario che tutti gli elementi del sistema si attivino per promuovere lo sviluppo nella e della comunità, immaginando un progetto evolutivo di crescita e maturazione nell’ottica dell’empowerment e dell’autoefficacia.
Ed è proprio in questo contesto che la pratica del counselling scolastico esprime al meglio le sue caratteristiche come mediatore dei processi di trasformazione, come opportunità di crescita in situazioni “critiche”, come intervento di aiuto per l’individuazione e l’uso delle risorse soggettive e comunitarie disponibili, al fine di creare comunità educative resilienti. 

Fra le finalità di ogni intervento di counselling scolastico c’è quella di valorizzare le risorse dell’individuo, dell’ambiente e della comunità scolastica al fine di permettere agli insegnanti, ai genitori e agli alunni di governare processi di cambiamento all’interno della complessità educativa.

Resistere insieme per esistere

Come asserisce Piero Bertolini (2002) “un autentico educatore non può che essere ottimista […]. Se un educatore è ottimista è portato ad aiutare il bambino a essere anche lui ottimista, cioè a essere orientato verso un modo di vivere che lo veda attivo, consapevole di poter intervenire nella realtà per trasformarla, per trasformarla in qualcosa di migliore”.

Ascoltare e ascoltarsi nella Didattica a Distanza: proposte operative

La comunità educante – adulti, genitori, insegnanti, educatori – ha il dovere di fornire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per ascoltare ed ascoltarsi e per esprimere gli stati emotivi, propri di questa condizione.

Io sono lupo: storia di un'esperienza didattica

Prima ancora di venire al mondo, la narrazione rappresenta la nostra cifra esistenziale: tutto ciò che ci riguarda, prima e dopo di noi, è oggetto di storie e racconti.

Microfoni accesi e telecamere attive anche sui LEAD!

Fare scuola non può e non deve significare esclusivamente preoccuparsi del prosieguo di una programmazione, ma anche e soprattutto prendersi cura di piccoli allievi, in un periodo storico che mette a dura prova gli equilibri emotivi di tutti.

Preparare il colloquio con i genitori

Il colloquio con i genitori deve essere pianificato in tutti i suoi aspetti, in modo da farlo diventare un momento di confronto tra le figure che si occupano dell’educazione dell’alunno.

Dalla Didattica dell'Emergenza alla Didattica a Distanza

Dai dati emerge come, nel periodo 2018-2019, il 30% delle famiglie non è dotato di computer o tablet in casa, nel Mezzogiorno la percentuale arriva al 41,6%, e che solo il 22,2, 1% delle famiglie ha un PC a disposizione per ogni componente, al Sud la percentuale scende al 14.1%. Un terzo delle famiglie in Italia, non possiede PC o tablet.

Trattare con alunni difficili: le fasi di azione secondo Robert J. Marzano

Ogni insegnante è consapevole che molti studenti hanno necessità differenti nella sfera mentale, comportamentale e relazionale e hanno bisogno di un’attenzione in più per riuscire a mettere in atto atteggiamenti adeguati al contesto sociale nel quale si trovano. Marzano sostiene che l’insegnante deve promuovere comportamenti adeguati al contesto e calibrare le proprie strategie didattiche ai differenti bisogni degli allievi.

La funziona educativa della presenza

Dalle narrazioni della stampa mainstream sembra che se si è in presenza si "faccia scuola", se non si è in presenza non ci formi o ci si formi parzialmente. Emerge quindi l’idea che solo la presenza fisica educhi mentre la presenza digitale non abbia o abbia solo parzialmente questa funzione.

Il tramonto della Didattica a Distanza e la nascita della Didattica Digitale Integrata

Il Collegio dei Docenti, a partire da una cornice pedagogica e metodologica condivisa, dovrà definire criteri e modalità per erogare la Didattica Digitale Integrata, in un “equilibrato bilanciamento tra attività sincrone e asincrone”, modulando la progettazione dell’attività educativa e didattica in presenza con quella a distanza, anche in modalità complementare e mettendo tutti gli alunni, anche e soprattutto i più fragili, al centro del processo di insegnamento-apprendimento.

Promuovere l’autoregolazione a scuola

Zimmermann afferma che le capacità di autoregolazione dell’apprendimento sono predittive dei risultati scolastici degli studenti, in misura superiore al 90%e che, connesso all’autoregolazione, è il senso di autoefficacia che il soggetto prova quando sa che, grazie alle sue abilità, è in grado di raggiungere un obiettivo che si prefissato.


X Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, cliccando su accetto, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Accetto