Perché Counseling e Scuola

In un tempo molto breve c'è stato il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti che hanno portato a una modificazione del paesaggio educativo e dell’orizzonte culturale della scuola e della famiglia, definendo nuovi scenari imprevedibili e, spesso, difficili da controllare.
All’interno del complesso paesaggio educativo diventa necessaria una ridefinizione degli spazi relazionali, soprattutto tra le due principali agenzie formative, scuola e famiglia, secondo un circuito di scambio, di rispetto dei relativi ambiti di esperienza e di valorizzazione delle esperienze.

La complessità che connota, quindi, la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie rende necessario immaginare un nuovo orizzonte culturale, in cui la promozione della maturazione della persona sia la priorità della comunità educante.
Diventa così necessario che tutti gli elementi del sistema si attivino per promuovere lo sviluppo nella e della comunità, immaginando un progetto evolutivo di crescita e maturazione nell’ottica dell’empowerment e dell’autoefficacia.
Ed è proprio in questo contesto che la pratica del counselling scolastico esprime al meglio le sue caratteristiche come mediatore dei processi di trasformazione, come opportunità di crescita in situazioni “critiche”, come intervento di aiuto per l’individuazione e l’uso delle risorse soggettive e comunitarie disponibili, al fine di creare comunità educative resilienti. 

Fra le finalità di ogni intervento di counselling scolastico c’è quella di valorizzare le risorse dell’individuo, dell’ambiente e della comunità scolastica al fine di permettere agli insegnanti, ai genitori e agli alunni di governare processi di cambiamento all’interno della complessità educativa.

La scuola che cambia: una revisione del ruolo

E' necessaria una revisione della funzione stessa della scuola che non può più essere solo un luogo in cui si forniscono i contenuti del sapere ma deve diventare un’agenzia educativa – formativa che faccia attenzione all’aspetto affettivo – emotivo - relazionale del bambino e dell’adulto.

Ascoltare e ascoltarsi nella Didattica a Distanza: proposte operative

La comunità educante – adulti, genitori, insegnanti, educatori – ha il dovere di fornire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per ascoltare ed ascoltarsi e per esprimere gli stati emotivi, propri di questa condizione.

Le 7 espressioni verbali da utilizzare per costruire un clima di classe positivo

È possibile imparare a usare un linguaggio efficace e adeguato, finalizzato a costruire relazioni positive e funzionali all’apprendimento. Attraverso la pratica riflessiva e la consapevolezza osservativa si può utilizzare un linguaggio che sia supportivo sia all’apprendimento sia alla costruzione del gruppo classe.

Nascita del counseling per l'età evolutiva

Il Counselor per l’età evolutiva deve essere in grado di analizzare le risorse e le soluzioni che sono presenti nel problema stesso, deve utilizzare un'ottica sistemica per esaminare e pianificare le risoluzioni ad un problema, deve essere creativo e flessibile, in grado di mediare tra tutte le parti in conflitto, riuscire a pianificare e a selezionare gli strumenti e le tecniche corrette per fronteggiare le situazioni di criticità.

La ricerca TALIS: l'insegnante efficace tra zone d'ombra e zone di luce

Nel quadro di generale soddisfazione degli insegnanti di tutti i paesi per il proprio lavoro, contrasta il dato sulla percezione del prestigio sociale dell’insegnamento da cui emerge che meno di un terzo degli insegnanti ritiene che l'insegnamento sia una professione apprezzata dalla collettività (31%).

La relazione scuola-famiglia

La famiglia viene considerata il primo contesto formativo del bambino e la scuola il primo luogo di socializzazione in cui la formazione viene sistematizzata. Nel momento in cui il bambino entra a scuola avviene, tra genitori e insegnanti, un primo confronto sull’idea di bambino.

L'apprendimento cooperativo e le tre metafore della conoscenza

Nella società della conoscenza l'obiettivo principale di una comunità di apprendimento non è solo imparare qualcosa, migliorare i propri stati mentali ma saper risolvere problemi, dare origine a nuovi pensieri, creare conoscenza condivisa per lo sviluppo di artefatti concettuali

Preparare il colloquio con i genitori

Il colloquio con i genitori deve essere pianificato in tutti i suoi aspetti, in modo da farlo diventare un momento di confronto tra le figure che si occupano dell’educazione dell’alunno.

Quando il conflitto insegnante - allievo non può essere risolto

I conflitti che si creano tra insegnanti e studenti e che difficilmente potranno essere risolti sono quelli che riguardano divergenze di opinioni, collisione di valori, di idee o modi di vivere. In questo caso l’insegnante deve trovare la forza dentro di sé di accettare serenamente di non poter risolvere il conflitto.

Agire la relazione d'aiuto a scuola

La relazione di aiuto può essere rappresentata secondo un modello a quattro fasi: le prime due derivate dall’approccio non direttivo di Carl Rogers e le altre due di impostazione comportamentista.


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