Come spiegare la guerra ai bambini

Le immagini, i filmati dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia non sono facili da elaborare per nessuno, ma possono diventare particolarmente difficili per i bambini e gli adolescenti. Essi, infatti, dal momento che hanno molti meno strumenti degli adulti per interpretare quello che sta succedendo e per razionalizzarlo, di fronte a queste immagini, potrebbero rimanere confusi e turbati.


Le immagini, i filmati dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia non sono facili da elaborare per nessuno, ma possono diventare particolarmente difficili per i bambini e gli adolescenti.
Essi, infatti, dal momento che hanno molti meno strumenti degli adulti per interpretare quello che sta succedendo e per razionalizzarlo, di fronte a queste immagini, potrebbero rimanere confusi e turbati.
Come comportarsi, allora, con i bambini e gli adolescenti?
Come spiegare loro quello che sta succedendo?
L'istinto degli adulti sarebbe quello di proteggerli dalla violenza delle immagini e della situazione ma gli esperti consigliano di parlare del conflitto, adottando, però, una serie di attenzioni.
Innanzitutto, la cosa più importante è di farlo in un ambiente in cui i bambini e gli adolescenti si sentano sicuri, tutelati e protetti.
Indipendentemente dall'età, l'obiettivo di parlare con loro del conflitto è quello di alleviare le preoccupazioni, chiarire la disinformazione o la confusione e rispondere alle domande.
Saranno le loro domande, infatti, ad orientare la successiva conversazione. Un bambino piccolo, ad esempio, potrebbe non essere consapevole del fatto che le immagini che sta vedendo riguardano luoghi molto lontani da casa.
Nicole Fleischer, psicologa clinica presso il St. Christopher's Hospital di Philadelphia, raccomanda che nel rispondere alle domande dei ragazzi o dei bambini, l’adulto debba attenersi ai fatti basilari, raccontandoli con un linguaggio neutro, evitando espressioni che creino l'idea del “nemico” o della “persona cattiva”, ma concentrandosi su comportamenti e scelte sbagliate.
Un buon modo per rompere il ghiaccio potrebbe essere quello di chiedere se hanno sentito parlare di ciò che sta accadendo, cosa ne pensano e se hanno domande.
È importante anche considerare la fase di sviluppo dei minori.  Con molta probabilità gli adolescenti hanno già sentito o letto della situazione mentre i bambini più piccoli, potrebbero essere più preoccupati che la violenza che stanno vedendo in Tv possa influire direttamente sulla loro sicurezza, sulla loro vita quotidiana.
Durante queste conversazioni, l’adulto dovrebbe aiutare i bambini e i ragazzi a riconoscere le loro emozioni, chiedendo loro a cosa stanno pensando, come si sentono e perché si sentono così offrendo, al tempo stesso, opportunità di formare i propri pensieri e elaborare da soli un senso del giusto e dello sbagliato.
I bambini potrebbero esprimere paura, confusione e anche rabbia per ciò che sta accadendo, esplodendo in malumori, atteggiamenti aggressivi o al contrario potrebbero diventare più appiccicosi del solito, non volendo lasciare il genitore.
In questo caso, diventa importante normalizzare ogni emozione, rassicurarli e dire loro che va bene sentirsi tristi, spaventati o arrabbiati, sottolineando che si è lì per loro, per supportarli, aiutarli e tenerli al sicuro.
Ascolto ed empatia diventano fondamentali per offrire la bambino e al ragazzo la possibilità di esprimere sensazioni, emozioni e pensieri rispetto alla situazione, lasciando loro tutto il tempo di cui hanno bisogno.
Molte ricerche dimostrano che la capacità dei bambini e dei ragazzi di affrontare situazioni difficili migliora se sono in grado di stabilire un forte attaccamento con l'adulto con il quale, mentre condividono i propri sentimenti, si sentono al sicuro.
Allo stesso tempo il consiglio è quello di non spingere i bambini o i ragazzi a parlarne per forza. Se non sono interessati o non sembrano preoccupati è meglio lasciare cadere l'argomento; se poi lo vorranno trattare sapranno che c’è un adulto rassicurante e disponibile a farlo.
Un’ultima raccomandazione è di limitare -non eliminare- l'esposizione a immagini forti, soprattutto quelle che possono essere particolarmente difficili da elaborare per dei minori.


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