Le 7 espressioni verbali da utilizzare per costruire un clima di classe positivo

È possibile imparare a usare un linguaggio efficace e adeguato, finalizzato a costruire relazioni positive e funzionali all’apprendimento. Attraverso la pratica riflessiva e la consapevolezza osservativa si può utilizzare un linguaggio che sia supportivo sia all’apprendimento sia alla costruzione del gruppo classe.


Le parole usate dagli insegnanti con i propri alunni contribuiscono fortemente a creare una relazione profonda, sulla quale costruire il successo formativo degli studenti oppure, al contrario, possono ostacolarla e farla andare nella direzione opposta e contraria. Chiaramente succede che durante un intero anno scolastico un docente possa comunicare in modo errato, soprattutto in determinate situazioni critiche in cui i bambini o i ragazzi lo mettono a dura prova. Ma è possibile imparare a usare un linguaggio efficace e adeguato, finalizzato a costruire relazioni positive e funzionali all’apprendimento.
Attraverso la pratica riflessiva e la consapevolezza osservativa si può utilizzare un linguaggio che sia supportivo sia all’apprendimento sia alla costruzione del gruppo classe.
Le parole che si usano in classe vanno scelte in modo intenzionale in quanto il linguaggio utilizzato da un insegnante, pur se all’apparenza comune, in realtà cela una serie di funzioni che sono utili a generare autostima, fiducia in sé, empatia, empowerment e relazioni efficaci.
Ecco sette espressioni da sperimentare in questo anno scolastico.
1. "Io credo in te".
Gli insegnanti sono tenuti a correggere i compiti, distribuire voti e, a volte, punire i comportamenti scorretti. Questa dinamica di potere può minare sottilmente la fiducia in se stessi da parte degli studenti.
Dire "Io credo in te" è un modo potente per ricordare agli allievi che si è con loro, prima di tutto, per sostenerli nel processo di apprendimento, e che alla base di tutti i feedback dell’insegnante c'è una fiducia costante nella loro unicità e nel loro potenziale.
Sicuramente non è facile trovare parole che uniscano la critica costruttiva alla fiducia nelle capacità degli allievi ma è certamente una modalità vincente per costruire sereni ambienti di apprendimento.
2. "Ci sei mancato."
Quando un allievo manca per qualche giorno, può essere positiva per lo studente la frase “Ci sei mancato” invece di chiedere “Dove sei stato” o “Perché non sei venuto a scuola”.
Queste frasi fanno capire allo studente che è stato nel pensiero dell’insegnante e che viene visto come una figura preziosa per la comunità di classe.
3. “Sto ascoltando”
Un’altra frase molto importante è "Sto ascoltando" che può essere usata sia come conferma dello stato di attenzione verso quello che dice lo studente sia come invito a continuare a parlare.
Creare uno spazio di ascolto permette allo studente di avere il tempo per esprimere un’opinione, uno stato d’animo, per esplorare i suoi bisogni del momento. È importante che dopo la frase venga lasciato allo studente il tempo necessario per esprimersi.
4. "Oops, hai fatto un errore."
Ci sono mille modi per dire che a un proprio allievo che ha sbagliato e restituire all’errore quella funzione di ricerca e di sperimentazione che gli appartiene. Infatti, è anche attraverso l’errore che si procede con l’apprendimento.
E allora, può essere utile, usare frasi che sdrammatizzano l’errore, lodando ad esempio gli errori creativi e restituendo all’errore quella normalità che gli è propria durante un processo di apprendimento.
5. "Lo scopriremo insieme."
Questa frase apparentemente semplice è più profonda di quanto sembri.
Nelle aule, dove l'apprendimento tende a fluire solo nella direzione dell’insegnamento, il linguaggio collaborativo che posiziona l'insegnante e lo studente come partner e co-studenti ribalta il copione e rende lo studente parte attiva dell’apprendimento, rimarcando come anche gli insegnanti siano continuamente in formazione.
6. "Sei davvero migliorato.”
Il feedback specifico al raggiungimento di un obiettivo, misurato e focalizzato sul processo o sullo sforzo messo in atto dallo studente, è fonte di motivazione e di autoefficacia. Questo presuppone la necessità di una grande attenzione da parte degli insegnanti al processo di apprendimento e una spiccata capacità di emettere feedback che siano articolati intorno agli obiettivi di apprendimento e ai progressi raggiunti.
7. "Mi dispiace."
Dire "mi dispiace" da parte dell’insegnante potrebbe sembrare una rinuncia alla propria autorità e un’ammissione di colpa ma, allo stesso tempo, usato nel modo appropriato, segnala una forma di rispetto nei confronti dell’allievo e umanizza la relazione, rendendola autentica e autorevole.


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