Essere autentici in classe

Portare il vero sé nella classi consente di migliorare l’ambiente di apprendimento, le relazioni con gli studenti e permette una migliore soddisfazione lavorativa.


Diversi studi dimostrano che gli insegnanti ottengono molti benefici per loro e per i propri studenti. quando, durante le attività in classe, riescono a sentirsi liberi di essere sé stessi. Infatti, quando si sperimenta la possibilità di vivere secondo i propri valori e le proprie prospettive di vita, ossia l’autenticità, si prova un maggior senso di benessere e un aumento dell’energia relazionale che permette di entrare in comunicazione profonda con gli alunni.
Inoltre, portare il vero sé nella classi consente di migliorare l’ambiente di apprendimento, le relazioni con gli studenti e permette una migliore soddisfazione lavorativa. Al fine di migliorare la relazione con i propri studenti e sentirsi più soddisfatti, si propongono alcuni suggerimenti.
1. Condividere la propria vita domestica... con confini. Gli studenti sono molto interessati a conoscere la vita personale dei propri insegnanti, i gusti, gli hobby, gli interessi. Un modo sano di entrare in connessione con i propri allievi è proprio raccontare aneddoti divertenti legati alla propria vita personale, condividere alcune passioni o alcuni hobby senza che questo diventi, però, troppo frequente e particolareggiato.
2. Affrontare le sfide per essere autentici. Molto spesso, nella narrazione mainstream, l’insegnante viene considerato un eroe senza macchie e non può avere imperfezioni, difetti o paure. Sfidare la narrativa dell’eroe a cui gli insegnanti spesso si sentono in dovere di aderire, significa offrire differenti orizzonti di possibilità, insegnando ai bambini come sia importante rispondere con coraggio a quello che accade.
3. Essere sempre la migliore copia di sé stessi. Soprattutto alle prima armi si tende a emulare modelli di insegnanti che si considerano di successo, perdendo un po’ di vista il proprio stile di insegnamento personale. Quindi è giusto avere un mentoring al quale ispirarsi ma è fondamentale costruire un proprio abito professionale, riflettendo molto, soprattutto all’inizio, sul proprio stile di insegnamento al fine di selezionare e costruire tutte quelle competenze professionali che rendono unico ogni insegnante. Auto-osservarsi mentre si insegna permetterà a ciascuno di cogliere tutti quei talenti, quelle peculiarità, quelle risorse che sanno creare magia in classe e via via utilizzarle sempre con più consapevolezza.
4. Sorridere (e aggrottare le sopracciglia) ben prima di Natale. Se si insegna da un po', si è sentito più volte: "Non sorridere fino a Natale". Invece si dovrebbe sorridere, ridere, aggrottare le sopracciglia e, forse, anche piangere ben prima di dicembre. L’insegnante è un essere umano con le proprie emozioni e l’espressione efficace delle emozioni serve da modello per gli alunni. È importante per gli alunni che un insegnante dia un nome alle emozioni che prova al momento. Dire “Sono frustrato dal fatto che l'aula sia stata lasciata disordinata ieri" o "Sono davvero triste oggi perché mio zio non sta bene" permette agli alunni di acquisire, in modo implicito, competenze metacognitive ed emotive.
Piccoli cambiamenti nel modo in cui ci si presenta, nel modo in cui si parla e ci si apre aiuteranno gli alunni a considerare l’insegnante una persona reale e a far si che l’insegnante possa sentirsi libero di essere sé stesso.


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