L’empowerment a scuola

Se consideriamo come obiettivo fondamentale della pedagogia quello di permettere la completa realizzazione della persona e il pieno sviluppo delle sue potenzialità, viene da sé che l’insegnamento dovrebbe essere orientato ad attivare il senso di empowerment di ogni singolo allievo al fine di renderlo parte attiva all’interno di una comunità competente.



Secondo Wallerstein (2002) “l’empowerment è un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita”.
Il termine empowerment deriva dal verbo to empower e, traducendolo in italiano, senza penalizzarne la ricchezza semantica, significa favorire l’acquisizione di potere, rendere in grado di, prendere nelle proprie mani e dare un orientamento alla propria vita. È un termine che indica sia un processo, ossia il percorso per diventare forti, competenti, autoefficaci, sia il risultato stesso.
Claudia Piccardo nel suo testo Empowerment. Strategie di sviluppo organizzativo centrate sulla persona per definire il concetto di empowerment usa termini quali potenziamento, responsabilizzazione, sviluppo di potenzialità e rileva come il concetto di empowerment sia presente dagli anni ’60 in diversi ambiti:
- nella letteratura politica, dove il concetto viene utilizzato per definire il processo attraverso il quale i poveri e gli svantaggiati vengono sostenuti nell’assunzione delle loro responsabilità, mettendolo in condizione di sviluppare di capacità e risorse che permettano loro di godere dei risultati, associati ai sentimenti di controllo degli eventi;
- nell’area medica e psicoterapeutica in cui il concetto fa riferimento alla modificazione della percezione di sfiducia in se stessi, al fine di rendere i pazienti in grado di autorealizzarsi e raggiungere il massimo sviluppo della propria persona.
L’approccio del self-empowerment, che fa parte del filone della psicologia sociale teorizzato da Kurt Lewin e che ha come scopo principale lo sviluppo dell’individuo, viene sviluppato in Italia da Massimo Buscaglioni.
Secondo il modello teorizzato da Buscaglioni il soggetto è il protagonista del processo di empowerment che può gestire e sviluppare, utilizzando al meglio le proprie risorse per interagire con l’ambiente circostante. Il self-empowerment è caratterizzato da diverse fasi che consentono all’individuo di formarsi al cambiamento. La fase che dà avvio al processo è quella in cui emerge un desiderio o bisogno che spinge il soggetto alla costruzione di una rappresentazione mentale di se stesso nella situazione desiderata. Successivamente si reperiranno le risorse per trasformare la situazione pensata in possibilità sperimentata.
Zimmerman e Rappaport (1988) definiscono l’empowerment un concetto multilivello: ne distinguono un livello individuale (possibilità di raggiungere un controllo su specifiche situazioni attraverso la mobilizzazione delle proprie risorse affettive e cognitive), uno organizzativo (partecipare direttamente all’accesso delle risorse, integrando le dimensioni soggettive, relazionali e gestionali) uno sociale e di comunità (accessibilità alle risorse con presenza di numerose possibilità e alternative).
Zimmerman opera una distinzione tra una concezione di empowerment self – oriented, in cui si trascurano i fattori contestuali e una concezione psychological empowerment, in cui vengono considerate fondamentali le influenze dei fattori ambientali e culturali. Secondo l’autore, l’empowerment viene considerato il “senso di padronanza e controllo su ciò che riguarda la propria vita” (Zimmerman 1990). In questo caso il focus è sulla relazione dell’individuo con il mondo che lo circonda e sul rapporto con specifici oggetti e ambienti di vissuto. Il concetto di empowerment si può quindi sintetizzare in due fattori principali quali il fattore protagonismo interno che racchiude in sé le dimensioni della responsabilità, della autostima, del senso di autoefficacia, dell’autocompetenza e il fattore fiducia esterna che si riferisce alla possibilità di intervenire sugli eventi esterni, modificandoli.
Anche secondo Bandura (1996) aumentare l’empowerment di un individuo significa aumentarne la percezione di forza, di potenza, di competenza ma soprattutto di autostima e di autoefficacia.
Se consideriamo come obiettivo fondamentale della pedagogia quello di permettere la completa realizzazione della persona e il pieno sviluppo delle sue potenzialità, viene da sé che l’insegnamento dovrebbe essere orientato ad attivare il senso di empowerment di ogni singolo allievo al fine di renderlo parte attiva all’interno di una comunità competente.
L’educatore consapevole del proprio ruolo pedagogico, dopo avere instaurato una efficace relazione educativa con lo studente, dovrà analizzarne i codici linguistici, culturali, simbolici, le sue capacità e abilità i suoi interessi e desideri, al fine di sostenerlo nella progressiva conoscenza ed espressione delle sue potenzialità e dei suoi talenti
La didattica dell’empowerment è caratterizzata da una serie di interventi educativi che vanno a sollecitare il senso di competenza e autoefficacia di ogni singolo studente e della classe intera nell’ottica di uno sviluppo reciproco secondo il quale ogni studente potrà utilizzare le risorse degli altri per la propria formazione e a sua volta potrà prendersi cura degli altri e contribuire al loro sviluppo cognitivo e socio-affettivo (empowered peer education).
Un docente che utilizza una didattica orientata all’empowerment presenterà il valore formativo di ciò che insegna, comunicando obiettivi sfidanti e significativi. Proporrà agli studenti esperienze di apprendimento legate alla vita loro quotidiana, sfide cognitive che stimolano la ricerca, anche difficoltosa, e che portino a raggiungere i risultati desiderati. Guiderà l’apprendimento attraverso esercitazioni via via più complesse e solleciterà gli studenti a memorizzare e inserire nelle proprie mappe concettuali i contenuti appresi per poterle poi riutilizzare in modo creativo. Sosterrà lo studente nel processo di autovalutazione della competenza acquisita e monitorerà i risultati e la qualità del percorso proposto.
Un docente che metta in atto una didattica orientata all’empowerment si prenderà cura delle persone che gli sono affidate, sostenendole, guidandole, stimolandole e accompagnandole nel percorso di crescita e autorealizzazione.


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