La relazione scuola - famiglia: le parole per prendersene cura

Queste riflessioni sono il frutto degli incontri avuti con tanti genitori e insegnanti che si sono rivolti allo Spazio di Ascolto per genitori e insegnanti, attività del progetto locale Nati per Leggere a Fiumicino, di cui sono responsabile. Durante questi colloqui ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare le esperienze dei genitori e dei docenti di fronte ai problemi dei bambini e quello che mi ha colpito sono state le richieste emerse: condivisione, autenticità, fiducia, sguardo, riconoscimento dell'altro. Sono sempre più convinta che sia possibile abbattere il muro che separa la famiglia dalla scuola.


La relazione tra scuola e famiglia viene messa a dura prova soprattutto in quelle situazioni in cui gli allievi hanno delle difficoltà di apprendimento.
Generalmente, una volta individuata la problematicità, è necessario un consistente intervallo di tempo affinché il bisogno rilevato venga definito chiaramente, preso in carico e affrontato attraverso una serie di interventi sui diversi livelli del sistema scolastico e familiare atti a sostenere, nel migliore modo possibile, il percorso formativo dell’allievo.
In questi periodo di tempo i genitori e gli insegnanti dell’alunno con difficoltà possono sperimentare un profondo senso di abbandono e isolamento che, purtroppo, spesso viene vissuto in completa solitudine.
La condivisione da parte degli insegnanti e dei genitori degli stati emotivi che vengono suscitati dall’incontro con le difficoltà del proprio figlio/allievo, potrebbe costituire invece un antidoto al senso di isolamento e solitudine.
Condividere le proprie emozioni e i propri stati d’animo consente agli insegnanti e ai genitori di non sentirsi soli di fronte ai problemi che si presentano nel percorso scolastico dei propri figli/allievi ma permette, anzi, di dare un nome a queste emozioni, impedendo ad esse di condizionare negativamente la relazione. È fondamentale svelare l’ovvio, ossia rivelare le emozioni quali la rabbia, la tristezza, la paura, l’impotenza che, normalmente, provocano le situazioni difficili.
La condivisione degli stati emotivi permette di costruire una relazione basata sull’autenticità e sul riconoscimento dell’altro come soggetto in situazione di bisogno, che necessita di conforto e sostegno; in questo modo ciascuno si nutre del riconoscimento dell’altro e viene visto per quello che prova veramente.
Guardare nella stessa direzione permette, invece, di contrastare la dispersione di energie che comporta il prendersi cura dei bisogni del bambino in difficoltà. Guardare dalla stessa parte, significa dirigere lo sguardo verso quelle aree che possono essere sostenute attraverso il lavoro congiunto; significa scegliere insieme come illuminare e sviluppare le aree delle possibilità. Anche in questo caso, diventa fondamentale svelare quali sono le speranze riversate nella relazione, i propri pensieri o sentimenti circa il bambino e il suo sviluppo in modo da annullare aspettative ambivalenti e immagini non realistiche della scuola e della famiglia.
La fiducia è un’altra parola che cura la relazione scuola - famiglia. Avere fiducia nelle pratiche formative della scuola e nelle pratiche educative delle famiglie agevola la promozione del successo scolastico e del benessere del bambino in difficoltà. La fiducia reciproca si ottiene solo se si è sinceri e onesti l’un l’altro, solo se si è consapevoli dell’importanza del contributo che ciascuno porta per lo sviluppo armonioso dell’identità del bambino anche e soprattutto nei momenti più difficili del suo percorso.
L’autenticità nella relazione permette all’altro di conoscere il modo in cui ciascuno affronta i problemi, il livello di resilienza e la necessità di sostegno di cui ha bisogno. L’essere autentici di fronte ai problemi permette ai soggetti della relazione di orientarsi in essa, di cogliere i sentimenti a volte contraddittori e complessi che nascono e di prendere in carico le ansie e le paure che, spesso, si celano dietro le resistenze o le critiche.
L’ultimo termine per prendersi cura della relazione scuola -famiglia è il vocabolo parola. È necessario che si faccia grande attenzione all’uso dei termini impiegati quando si comunicano le criticità rilevate a casa o a scuola. Le parole sono potenti, significative, risuonano in ognuno in modo diverso e vanno usate con grande attenzione e delicatezza. Possono ferire o possono fornire quell’energia necessaria per affrontare le situazioni difficili. Diventa quindi fondamentale utilizzarle in modo consapevole.
Queste riflessioni sono il frutto degli incontri avuti con tanti genitori e insegnanti che si sono rivolti allo Spazio di Ascolto per genitori e insegnanti, attività del progetto locale Nati per Leggere a Fiumicino, di cui sono responsabile.
Durante questi colloqui ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare le esperienze dei genitori e dei docenti di fronte ai problemi dei bambini e quello che mi ha colpito sono state le richieste emerse: condivisione, autenticità, fiducia, sguardo, riconoscimento dell'altro.
Sono sempre più convinta che sia possibile abbattere il muro che separa la famiglia dalla scuola. 


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