Sentirsi parte del gruppo classe
Quando un bambino è veramente integrato in un gruppo classe senza vivere marginalmente all'interno di esso? Sicuramente è ben integrato quando sperimenta il bisogno di appartenenza, controllo e affetto.
La scuola è una parte importante della vita del bambino: i bambini a scuola imparano gli alfabeti delle diverse discipline ma anche l’alfabeto del vivere con sé e del convivere con gli altri.
L’esperienza scolastica vede intrecciarsi tre dimensioni: quella cognitiva -insieme organizzato di schemi rappresentativi- quella affettiva -struttura che attiva un comportamento e ne determina la direzionalità- e quella socio-relazionale -possesso di abilità comunicative, espressive e comportamentali che permettono di interagire positivamente nel contesto relazionale.
Spesso le dimensioni affettive e socio-relazionali non vengono adeguatamente prese in considerazione dall’insegnante e non sono oggetto di una progettualità e di un intervento didattico consapevole.
Per essere in grado di instaurare delle relazioni positive con i propri compagni, gli alunni dovrebbero sviluppare: funzioni percettive, funzioni di controllo, funzioni di integrazione.
Vediamole più nel dettaglio.
Le funzioni percettive permettono al bambino di scomporre le situazioni relazionale negli elementi che le compongono: il sé, l’altro e il contesto. I bambini che hanno sviluppato queste capacità avranno una percezione di sé realistica e chiara delle proprie capacità, sapranno percepire accuratamente gli altri, valutandone caratteristiche e abilità senza pregiudizi o stereotipi e sapranno discriminare in modo adeguato le esigenze poste dalle situazioni.
Le funzioni di controllo consentono di gestire in modo adeguato le esperienze relative a se stessi, allo star con gli altri, alle situazioni. I bambini che hanno acquisito queste abilità sapranno assumersi la responsabilità dei propri stati d’animo, tollerare la frustrazione, essere autonomi e raggiungere un equilibrio fra aspettative personali e sociali.
Le funzioni di integrazione permettono all’allievo di comportarsi in modo amichevole e di essere di supporto agli altri. Queste capacità permettono al bambino di non vivere le relazioni in modo puramente utilitaristico ma di riconoscere un valore e una dignità all’altro. Solo quando l’altro non sarà più un essere da manipolare per il proprio soddisfacimento personale allora sarà possibile avvicinarsi all’altro, riconoscendone i sentimenti, le idee, i bisogni.
L’attenzione alla dimensione del gruppo non deve far dimenticare la personalità del singolo, prodotto di un clima relazionale positivo.
La classe è una risorsa fondamentale per la maturazione della personalità del singolo. Molto spesso si usano i termini come inserimento, integrazione o inclusione quando si parla di bambini con bisogni educativi speciali, nella convinzione che in assenza di problematiche un bambino sia naturalmente integrato in classe.
Quando un bambino è veramente integrato in un gruppo classe senza vivere marginalmente all’interno di esso? Sicuramente è ben integrato quando sperimenta il bisogno di appartenenza, controllo e affetto.
Il bisogno di appartenenza si esplicita quando l’allievo viene riconosciuto positivamente dagli altri, quando si sente coinvolto nelle situazioni, quando entra in interdipendenza con l’altro nel pieno rispetto della propria e dell’altrui individualità.
Il bisogno di controllo si sperimenta quando si ha la possibilità di prendere parte ai processi decisionali del gruppo, di gestire il potere in modo equilibrato senza essere né accondiscendenti né prevaricanti.
Oltre a sentirsi parte di un gruppo e avere fiducia nel gruppo è importante anche essere accettati dagli altri. E qui entra in gioco il bisogno di affetto. Esso riguarda il livello di considerazione che si cerca nel gruppo e che si dà al gruppo. Nel gruppo esisteranno delle relazioni più individualizzate e d’affetto ma è importante instaurare un rapporto di calore, di gentilezza, di simpatia e di vicinanza con tutti.
Secondo questa prospettiva l’insegnante non solo dovrà accompagnare i bambini verso l’acquisizione degli alfabeti che saranno indispensabili per comprendere e interpretare la realtà, ma anche promuovere quegli alfabeti che permetteranno al bambino di interpretare e dare un senso alla propria esperienza affettiva e emotiva all’interno della società.