Strategie di gestione delle attività in classe

Secondo Bruner (1964), si può spronare uno studente ad affrontare un argomento complesso, facendogli scoprire quanto la nuova conoscenza possa dare un “potere” importante e necessario.


Gestire una classe significa favorire la motivazione all’apprendimento e sollecitare negli alunni il coinvolgimento rispetto alle proposte formative offerte. Risvegliare l’interesse negli alunni permette un apprendimento efficace, una relazione positiva tra docente e allievo e un clima di classe costruttivo e produttivo.
La motivazione intrinseca all’apprendimento diventa un aspetto dal quale un buon insegnante non può prescindere, in quanto tutte le ricerche didattiche sostengono come siano i meccanismi attivati da bisogni interni a guidare i comportamenti personali e sociali di amore per la scoperta e per la conoscenza.
Secondo Bruner (1964), si può spronare uno studente ad affrontare un argomento complesso, facendogli scoprire quanto la nuova conoscenza possa dare un “potere” importante e necessario. Sono tre i bisogni che, se adeguatamente soddisfatti, possono sviluppare la motivazione intrinseca: il bisogno di autodeterminazione, di relazione e di competenza.
Come motivare quindi ad un impegno continuo e produttivo?
Innanzitutto, è importante tenere presente che i bambini e i ragazzi hanno bisogni legati al loro vissuto, alla loro storia personale, alla necessità di ottenere risultati positivi, alla possibilità di essere parte attiva del processo di apprendimento e anche di comprendere i motivi alla base dell’offerta formativa.
In secondo luogo è fondamentale conoscere le strategie più adatte per promuovere un apprendimento efficace.
Un modello dal quale mutuare le strategie adeguate è quello teorizzato da Jacob Kounin. Egli, dopo aver ripreso con una telecamera migliaia di ore di lezione in centinaia di classi degli Stati Uniti, individuò le strategie più efficaci per favorire l’apprendimento.
La prima strategia denominata Momentun and Smoothness consiste nel rendere le lezioni fluide e scorrevoli in modo da interessare nell’immediato l’alunno e per cercare di dare senso e continuità all’azione formativa. Le lezioni dovrebbero essere brevi, variegate e i contenuti esplicitamente collegati tra loro.
La strategia definita Overlapping mira a risolvere il problema della noia e della conseguente agitazione. Nell’arco della giornata scolastica ci sono inevitabilmente dei tempi morti che devono essere gestiti. Questi si creano, ad esempio, quando l’allievo finisce un’attività e deve attendere che finiscano anche gli altri oppure quando ascolta le interrogazioni dei compagni o quando c’è il cambio di insegnante. Tutte queste variabili devono essere prese in considerazione dall’insegnante che può:
- preparare attività diversificate, organizzando cioè attività differenziate a più livelli in modo che se alcuni alunni terminano una prima parte delle attività possono continuare con quelle di livello successivo;
- prevedere e comunicare momenti di riposo;
- educare ai tempi di attesa, indicando delle precise procedure da adottare.
La strategia Ripple effect è uno strumento efficace se viene utilizzata di rado e in modo consapevole. Essa lavora sulla prevenzione dei comportamenti inadeguati durante le attività in classe. Quando un alunno ha un atteggiamento non consono alla vita della classe si riprende l’allievo davanti a tutti gli altri, anche in modo energico, con lo scopo di comunicare che il comportamento inadeguato deve cessare da parte di tutti all’interno del gruppo classe. Si mette in atto così un’azione disciplinare per provocare una scossa utile a tutti.
Un insegnante che vuole motivare all’apprendimento conosce e previene anche le strategie che utilizzano gli studenti per sfuggire all’insuccesso del loro apprendimento:
- evitano lo sguardo dell’insegnante
- si nascondono dietro ai compagni o ai libri
- fanno finta di raccogliere una penna quando vedono l’insegnante rivolgersi verso di loro
- fingono malesseri vari durante le interrogazioni
- reagiscono, cercando la lite verbale, prima di un probabile insuccesso.


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